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le priorità

Le nostre richieste​

vIVAce nasce dalla voglia di realizzare, insieme ai professionisti, una nuova cultura del lavoro che valorizzi e tuteli ogni forma e modalità lavorativa.

Vogliamo creare opportunità e sostegno durante tutto l’arco della vita lavorativa affinché l’indipendenza non diventi solitudine.

Per questo abbiamo elaborato 10 proposte sul lavoro autonomo.

Al fine di tutelare la professionalità e garantire anche a chi ha una partita iva la possibilità di veder riconosciuto il proprio lavoro e il contributo generativo che questo apporta, è necessario intervenire con regole chiare in merito a quello che da anni viene definito Equo Compenso.

Regole che devono essere applicate soprattutto dalle P.A. che sempre più spesso, da anni, chiedono ai professionisti contributi gratuiti. Se vogliamo rispettare il “buon lavoro” è necessario intervenire non solo con frasi di principio, ma anche con regole certe, che preservino l'autonomia di concordare il proprio compenso, ma tutelino sul piano retributivo il professionista.

I lavoratori indipendenti non chiedono che qualcuno trovi loro un posto di lavoro, chiedono che in un mercato del lavoro moderno sia fornito un servizio di attestazione delle competenze raggiunte e conseguentemente dei voucher formativi che permettano l'arricchimento professionale, proprio a partire dai periodi di assenza da lavoro o di contrazione delle attività. Sostenere l'occupabilità e la riqualificazione quindi, non deve voler dire solo trovare una impresa che ti assuma ma anche trovare nuovi committenti alla ricerca di specifiche professionalità. A questo deve puntare un moderno sistema di servizi per l'impiego.

Ad oggi non è prevista in favore dei lavoratori iscritti al Fondo di Gestione Separata Inps nessuna misura e/o iniziativa formativa e/o di aggiornamento/riqualificazione professionale. A riguardo, giova ricordare che l’art. 44, comma 6, della L. n. 289/2002 (Legge Finanziaria 2003) stabilisce che “il 10% delle entrate provenienti dalla abolizione del divieto di cumulo tra pensioni di anzianità e reddito da lavoro sia destinato a iniziative formative degli iscritti non pensionati alla Gestione Separata, con previsione di apposito decreto ministeriale per stabilirne i criteri”. Tale norma ha consentito di accantonare ingenti risorse economiche, pari attualmente a 10,562 mln di euro.

Per questo chiediamo la pubblicazione del decreto ministeriale, atteso da anni, per l’individuazione dei criteri e del finanziamento delle iniziative formative per tutti gli iscritti al Fondo, oltre alla definizione di voucher formativi individuali spendibili presso enti accreditati finalizzati a erogare formazione continua, anche in raccordo – laddove possibile – integrandosi con le misure di politica attiva regionali. Inoltre, riteniamo indispensabile attuare quanto già previsto dalla normativa in termini di politiche attive all’interno della misura dell’ISCRO (indennità per la continuità reddituale e operativa). Come vIVAce abbiamo puntato molto su questa misura di sostegno al reddito, soprattutto per quanto attiene al collegamento tra la politica passiva e la politica attiva. 6 Pertanto, è opportuno che si crei questo legame forte, con il coinvolgimento di tutti gli attori istituzionali previsti.

In un mondo in cui le competenze richieste sono sempre maggiori e in cui sembra imprescindibile la formazione continua per rimanere occupabili, chiediamo che vengano resi fruibili anche per i professionisti che oggi operano in regime forfettario, le deduzioni sui costi della formazione come previsto dalla legge 81/17.

Al fine di garantire, attraverso un sostegno mutualistico, il pagamento certo e nei termini chiediamo che vengano istituiti dei Fondi di garanzia ad hoc ai quali attingere in caso di mancato pagamento da parte del committente. Riteniamo necessario creare Fondi attraverso forme “bilaterali” o mutualistiche la cui adesione da parte dei lavoratori autonomi sia incentivata fiscalmente.

L’attuale sistema di contribuzione alla Gestione Separata Inps per i professionisti prevende un versamento pari allo 0.72% per le prestazioni di natura assistenziale. Le prestazioni oggi in essere, da dati ufficializzati dalla stessa INPS, dimostrano come queste siano poco utilizzate dagli stessi professionisti.

5.1 Maternità

Se da una parte si evidenzia una difficoltà burocratica nel recepire informazioni e fare le richieste, dall’altra emerge che le attuali prestazioni sono costruite in larga parte su esigenze che non sempre rispecchiano quelle del professionista. Per questo come vIVAce riteniamo sia necessaria una revisione di alcune prestazioni.

L’attuale sistema per accedere all’indennità di maternità prevede che le lavoratrici devono comunque dimostrare un certo reddito prodotto nei 14 mesi antecedenti l’evento parto, ragione per cui chi nell’anno precedente non ha raggiunto la soglia minima o non ha prodotto alcun reddito non avrà diritto a nessun trattamento.

Per questo chiediamo di prevedere una “prestazione universalistica minima” di Tutela della Maternità in favore delle collaboratrici e professioniste iscritte alla Gestione Separata in regola con i versamenti che non riescono ad accedere all’attuale prestazione per mancanza di requisiti. La nuova misura andrebbe a coprire il periodo di astensione obbligatoria attraverso l’erogazione di una tantum di importo variabile in base all’isee e all’anzianità di contribuzione.

La malattia è uno degli istituti meno richiesti dai professionisti. Questo per la natura stessa del lavoro autonomo. Riteniamo però che sia necessario trovare delle forme adeguate alle modalità lavorative degli autonomi che rendano la malattia fruibile e utile.

Per questo chiediamo che i professionisti che versano alla Gestione Separata e nel corso dell’anno non abbiano usufruito dell’istituto, pur avendo affrontato situazioni problematiche di salute opportunamente certificate, possano ricevere un rimborso del ticket sanitario fino ad un importo massimo di spesa di 500 euro, da riparametrare in base all’indicatore Isee. Infine, chiediamo di riconoscere la contribuzione figurativa per i periodi di malattia con ricovero ospedaliero.

Chiediamo che, ai fini del raggiungimento del minimale contributivo annuo, si consideri un imponibile reddituale legato ad un periodo almeno triennale, così che l'anzianità contributiva non sia soggetta alla variabilità del reddito, ma gli effetti delle fluttuazioni tipiche del lavoro autonomo vengano mitigati almeno dal punto di vista previdenziale.

La situazione previdenziale di chi versa alla Gestione Separata Inps non garantisce ad oggi una pensione dignitosa. Il sistema pensionistico per i lavoratori autonomi produce infatti assegni più vicini a strumenti assistenziali che a pensioni di vecchiaia o di anzianità dignitose, per questo riteniamo urgente prevedere correttivi.

Primo tra tutti, la revisione delle posizioni assicurative per chi ha versato negli anni iniziali della Gestione Separata, quelli dal 1996 al 2006, durante i quali ha avuto versamenti contributivi bassi (dal 10% al 17% del reddito percepito).

A fronte delle modifiche normative in materia contributiva degli ultimi anni, che incide anche sui lavoratori iscritti alla gestione separata, (con o senza partita iva) è quanto mai utile ed opportuno valutare l'introduzione di una pensione di garanzia, collegata ed eventualmente graduata rispetto al numero di anni di lavoro e di contributi versati, che consideri e valorizzi dal punto di vista previdenziale anche i periodi di discontinuità lavorativa, i periodi di formazione, i periodi di basse retribuzioni nell'ottica di assicurare nel futuro un assegno pensionistico dignitoso.

8 Ad oggi il contributo alla Gestione Separata è interamente a carico del libero professionista, con la possibilità, nel caso il libero professionista lo ritenga opportuno, di addebitare al cliente in fattura, a titolo di rivalsa, un'aliquota pari al 4% dei compensi lordi anche per i forfetari.

Lo statuto del lavoro autonomo prevede, all’art. 17 legge 81/17, l’attivazione di un tavolo permanente del lavoro autonomo costituito presso il Ministero del lavoro.

L’importanza di questo tavolo risiede nella necessità di rendere strutturale una discussione sulle tematiche lavoro che non possono essere demandate alla mera scelta dei singoli. Argomenti come Equo compenso, revisione prestazioni assistenziali, formazione devono essere frutto della concertazione attiva tra Governo e Associazioni di rappresentanza del mondo autonomo, per questo come vIVAce chiediamo che il tavolo abbiamo una attività costante, in stretto dialogo con la consulta del lavoro autonomo del CNEL.

1

EQUO COMPENSO
PER LE P.IVA

Crediamo che sia fondamentale parlare dell’importanza di un compenso equo anche per chi svolge il lavoro in modo autonomo per sottolineare il valore generativo del lavoro svolto e per premettere a chi non ha un entrata fissa di costruirsi una progettualità di vita.

2

AUMENTARE IL CONTRIBUTO ALLA MATERNITÀ

Sono anni che sottolineiamo l’importanza di rafforzare alcune delle tutele previste dalla Gestione separata Inps per le partite iva. In particolare riteniamo che a seguito di quanto modificati nel DL 103 del 2019 n.101 in merito al riconoscimento del 100% dell’indennità di malattia e infortunio, ci sia un riconoscimento peri al 100% anche per il sostegno alla maternità delle professioniste.

3

MAGGIORE SOSTEGNO ALLA MALATTIA

Un altro passo importante: sostenere ogni professionista durante il periodo di malattia, in particolare in caso di malattie oncologiche o patologiche cronico degenerative ingravescenti, attraverso un riconoscimento della contribuzione figurativa durante tale periodo.

4

FORMAZIONE = WELFARE

Chiediamo che sia predisposto, per i lavoratori con partita iva, un servizio di attestazione delle competenze raggiunte e conseguentemente dei voucher formativi che permettano l’arricchimento professionale, proprio a partire dai periodi di assenza da lavoro o di contrazione delle attività. Le politiche di sostegno all’occupabilità e alla riqualificazione devono sempre di più essere un patrimonio proprio del lavoro autonomo.

5

DEDUCIBILITÀ DEI COSTI DI FORMAZIONE PER I “REGIMI FORFETTARI”

In un mondo in cui le competenze richieste sono sempre maggiori e in cui sembra imprescindibile la formazione continua per rimanere occupabili, chiediamo che vengano resi fruibili anche per i professionisti che oggi operano in regime forfettario, le deduzioni sui costi della formazione come previsto dalla legge 81/17.

6

MAGGIORE ATTENZIONE ALLA SALUTE E SICUREZZA DEI FREELANCE

Chiediamo che in materia di Salute e Sicurezza sul lavoro, si preveda l’obbligo di applicazione delle norme anche per i lavoratori autonomi la cui prestazione si svolga nei luoghi di lavoro dei committenti. Riteniamo necessario valutare i rischi sul lavoro che derivano dal lavoro autonomi nello specifico lo stress da lavoro correlato e l’overworking, che ne è una causa. Per prevenirli, chiediamo che l’Istituto Nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro (INAIL) pubblichi bandi ad hoc per promuovere la formazione in materia di infortuni sul lavoro, malattie professionali e misure di prevenzione.

7

UNA PENSIONE AL RIPARO DALLA CRISI!

Chiediamo che, ai fini del raggiungimento del minimale contributivo annuo, si consideri un imponibile reddituale legato ad un periodo almeno triennale, così che l’anzianità contributiva non sia soggetta alla variabilità del reddito, e che gli effetti delle fluttuazioni tipiche del lavoro autonomo vengano mitigati almeno dal punto di vista previdenziale.

8

DIRITTO ALLA PENSIONE PER GLI ISCRITTI ALLA GESTIONE SEPARATA INPS

 La situazione previdenziale di chi versa alla Gestione Separata Inps non garantisce ad oggi una pensione dignitosa. Il sistema pensionistico per i lavoratori autonomi produce infatti assegni più vicini a strumenti assistenziali che a pensioni di vecchiaia o di anzianità dignitose, per questo riteniamo urgente prevedere correttivi.

Primo tra tutti, la revisione delle posizioni assicurative per chi ha versato negli anni iniziali della Gestione Separata, quelli dal 1996 al 2006, durante i quali ha avuto versamenti contributivi bassi (dal 10% al 17% del reddito percepito).

9

COMPLEMENTARI ANCHE PER LE PARTITE IVA!

 Chiediamo che vengano create, anche per chi ha partita IVA, la possibilità di poter aderire o istituire Fondi di previdenza completare, rendendo deducibili tali versamenti, al fine di costruire una pensione di garanzia che si affianchi alla Gestione Separata Inps

10

AUMENTARE IL CONTRIBUTO ALLA MATERNITÀ

Sono anni che sottolineiamo l’importanza di rafforzare alcune delle tutele previste dalla Gestione separata Inps per le partite iva. In particolare riteniamo che a seguito di quanto modificati nel DL 103 del 2019 n.101 in merito al riconoscimento del 100% dell’indennità di malattia e infortunio, ci sia un riconoscimento peri al 100% anche per il sostegno alla maternità delle professioniste.

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