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Le proposte per il Lavoro Autonomo

In questi anni di crisi, prima pandemica poi energetica e inflazionistica legata al conflitto russo/ucraino, il lavoro autonomo si è trovato particolarmente esposto nell’affrontare le nuove e più impegnative sfide.

I problemi per chi decide di lavorare come libero professionista sono decisamente aumentati e le soluzioni al contempo latitano: interventi spot e le risposte strutturali sono rimaste in gran parte inattuate. Con questo documento come vIVAce CISL, l’associazione di rappresentanza dei lavoratori autonomi, desideriamo offrire un contributo di discussione in merito ai provvedimenti che il parlamento, e il relativo governo, che uscirà dalle urne, dovrà necessariamente affrontare.

FISCO

Il fisco non deve avere innanzitutto una funzione esclusivamente impositiva, ma di sostegno, individuando le azioni virtuose da perseguire promuovendo le giuste agevolazioni e semplificazioni. In termini generali crediamo inoltre che le risorse del PNRR debbano favorire la costituzione di società e associazioni di lavoratori autonomi, sostenendo con misure specifiche la libera professione di donne e giovani in particolare coloro che sono residenti al sud. In materia di fisco chiediamo che:

  • il regime forfettario debba essere conservato, prevedendo al contempo la deducibilità delle spese relative alla formazione, alla digitalizzazione e alla stipula di polizze assicurative sanitarie, anche per la non auto sufficienza, infortunistiche, e per la responsabilità civile e professionale;
  • ridurre i costi amministrativi e fiscali di start up, in particolare, considerata la persistente difficoltà di accesso al credito per un professionista, soprattutto nella fase di avvio dell’attività, l’attuale regime agevolato al 5% chiediamo che venga portato al 2% per gli under 35 e che vengano neutralizzati gli anni in cui il professionista ha fatturato meno di 5000 euro (per esempio in caso di maternità, malattia o nel caso di cura dei figli);
  • È inoltre indispensabile prevedere forme strutturali di contributi a fondo perduto che siano rivolti ai lavoratori autonomi (non esclusivamente a coloro costituiti sottoforma di impresa) in particolare a donne e giovani alla prima esperienza lavorativa, in quanto il sistema del credito non sempre fornisce le risposte e i sostegni adeguati;
  • Ridurre la doppia tassazione sui contributi versati alle Casse per aumentare le misure di welfare erogate dalle stesse.

 

EQUO COMPENSO E TUTELA CONTRATTUALE

Proponiamo un intervento che non pregiudichi la libera autodeterminazione del compenso tra un lavoratore autonomo e il proprio committente, ma che definisca un perimetro all’interno del quale evitare gli abusi e i comportamenti patologici, in particolare:

  • Vietare le prestazioni gratuite, soprattutto se richieste dalla PA;
  • Introdurre regole che limitino il potere dei cd. “committenti forti”, ovvero coloro che hanno un elevato numero di professionisti che svolgono la medesima attività o che hanno un fatturato molto consistente, che proprio per la loro forza economica inibiscono il professionista nella definizione del giusto compenso;
  • Prevedere la nullità di clausole vessatorie che limitino le tutele del professionista, prevedendo l’obbligatorietà della forma scritta per tutti gli incarichi superiori ad un determinato importo economico;
  • Tempi certi e percorsi agevolati per contestare i ritardi e i mancati pagamenti;
  • Siano rilanciate le convenzioni tra i Centri per l’Impiego e le associazioni di rappresentanza del lavoro autonomo, oltre che per informare e orientare il professionista, anche come sedi di risoluzione conciliative delle possibili controversie;
  • Confermare il ruolo del Tavolo del Lavoro autonomo istituito presso il Ministero del Lavoro, incrementando la propria attività, in particolare introducendo una commissione che possa prevedere criteri e definizione dell’equo compenso per specifiche categorie di lavoratori o di committenti.


FORMAZIONE E POLITICHE ATTIVE

Le competenze sono indispensabili per un lavoratore autonomo. Essere aggiornato, preparato, in linea con quanto il mercato e i committenti chiedono è indispensabile per garantire un futuro alla propria professione. Il PNRR e il programma GOL può essere una base di partenza, che deve necessariamente svilupparsi in queste direttrici:

  • Per i beneficiari dell’ISCRO passare all’attuazione ed erogazione delle politiche attive;
  • Attivare dentro il programma GOL la presa in carico del lavoratore autonomo che chiude la partita iva o è una partita iva inattiva (cd. dormiente), ma anche per coloro che una volta terminata la fruizione dell’ISCRO, non avendo chiuso la partita iva, sono ancora in una condizione di difficoltà professionale;
  • Prevedere voucher per la formazione continua, in particolare per giovani under 35 e donne;
  • Introdurre in ogni azione formativa il bilancio e la certificazione delle competenze, oltre a prevedere una misura di formazione sulle competenze manageriali e trasversali di start up.

La formazione che qui noi intendiamo deve essere necessariamente tarata sulle caratteristiche del lavoro autonomo, evitando di duplicare interventi pensati e realizzati per il lavoro subordinato.

PRESTAZIONI GESTIONE SEPARATA INPS

Le prestazioni oggi in essere, da dati ufficializzati dalla stessa INPS, dimostrano come queste siano poco utilizzate dagli stessi professionisti: se da una parte si evidenzia una difficoltà nel reperire informazioni e procedere con le richieste, dall’altra emerge che le attuali prestazioni sono costruite in larga parte su esigenze che non sempre rispecchiano quelle del professionista, con grande attenzione al tema della non auto sufficienza (sia direttamente per il libero professionista, sia come sostegno legata alla cura dei propri famigliari). Per questo riteniamo sia necessario intervenire su una revisione degli attuali parametri di alcune principali prestazioni:

  • Chiediamo di prevedere una “prestazione universalistica minima” di tutela della maternità in favore delle collaboratrici e professioniste iscritte alla Gestione Separata in regola con i versamenti che non riescono ad accedere all’attuale prestazione per mancanza di requisiti. La nuova misura andrebbe a coprire quello che si definisce “il periodo di astensione obbligatoria”, ma che con la legge 81/17 viene, per le libere professioniste di fatto superato, attraverso l’erogazione di una tantum di importo variabile in base all’Isee e all’anzianità di contribuzione.
  • Per quanto concerne la paternità, in un’ottica sempre maggiore di allargamento al diritto alla genitorialità, è necessario prevedere anche per le partite iva iscritte alla Gestione Separata Inps la necessità di prevedere un periodo di “astensione retribuita” per poter stare con i propri figli.
  • I professionisti che versano alla Gestione Separata, avendo affrontato situazioni problematiche di salute opportunamente certificate, possano ricevere un rimborso forfettario alla malattia di un importo massimo di spesa di 500 euro, da riparametrare in base all’indicatore Isee e al regime fiscale della lavoratrice (se forfettario o ordinario)

Infine, chiediamo di riconoscere la contribuzione figurativa per i periodi di malattia con ricovero ospedaliero.

  • Per quanto riguarda la prestazione dell’ISCRO il numero delle persone che chiedono di accedervi è ancora basso. I parametri inseriti nella fase di sperimentazione sono troppo

ristrettivi per rendere fluido l’accesso; al contempo si è alzato il contributo a carico delle partite iva per finanziare questa prestazione. Come vIVAce riteniamo urgente e necessario chiedere una nuova fase di sperimentazione, con i seguenti correttivi:

  1. Avere nell’anno di presentazione della domanda un reddito non superiore ai 15.000 euro (e non 8.299,76, come indicato dall’INPS per il 2022) e comunque inferiore al 30% dei redditi dei due anni precedenti;
  2. Essere titolari di partita Iva da almeno 2 anni, alla data di presentazione della domanda (e non da 4 anni);
  3. Annullare l’aumento contributivo per gli anni 2022/2023;
  4. Predisporre interventi per informare adeguatamente gli iscritti alla gestione separata, coinvolgendo le sedi INPS, le Associazioni di rappresentanza, i Patronati e i CAF.

PREVIDENZA

Il diritto alla pensione è un diritto di tutti. Da sempre le partite iva che versano in Gestione Separata Inps si trovano delle pensioni che non garantiscono una vecchiaia dignitosa.

Per questo chiediamo che, ai fini del raggiungimento del minimale contributivo annuo, si consideri un imponibile reddituale legato ad un periodo almeno triennale, così che l’anzianità contributiva non sia soggetta alla variabilità del reddito, ma gli effetti delle fluttuazioni tipiche del lavoro autonomo vengano mitigati almeno dal punto di vista previdenziale.

Riteniamo quindi fondamentale lavorare per assicurare una pensione dignitosa ai lavoratori autonomi, garantendo meccanismi di flessibilità in uscita dal lavoro, favorendo inoltre l’accesso alla previdenza complementare.

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