Anche questo termine non è per nulla secondario dentro la concezione della CISL: non parliamo esclusivamente di lavoratori dipendenti a tempo indeterminato, ma della persona in quanto tale, nelle diverse “categorie” che può assumere, nel tempo, all’interno del mercato del lavoro: questo vuol dire che la stessa persona potrebbe trovarsi nel corso del tempo a dover affrontare situazioni e pertanto condizioni differenti come vivere dei periodi di disoccupazione, cambiare tipologia di rapporto di lavoro, incorrere a nuove esigenze di conciliazione vita-lavoro. L’altro termine, non certo casuale, è “misura”.
Perché parlare di persone traguarda ad un orizzonte di inclusività di tutto il panorama del mercato del lavoro: alternanza scuola lavoro, tutela del lavoro dipendente e autonomo, transizioni da un posto di lavoro ad un altro, tutela salariale, lavori discontinui ed esigenza di partecipazione. Questa universalità degli interventi che pone al centro la persona, se non vuole essere un mero proclamo ideologico e pertanto di sterile pertinenza con la realtà deve appunto essere “su misura”.
Questo presuppone che dentro un principio culturale e identitario CISL che abbraccia la dottrina sociale, elevando il primato della persona su tutte le altre dimensioni, le declinazioni applicative di tale presupposto non possono che essere specifiche, consapevoli e pertanto attente alle diversità, in grado di declinare diversi strumenti per rispondere alle diverse condizioni che la persona si può ritrovare all’interno del mercato del lavoro. Nel merito, come potrete vedere, siamo pienamente soddisfatti della valorizzazione e importanza dello spazio dato alle politiche del lavoro autonomo, che, come vIVAce, abbiamo contribuito a sviluppare: ISCRO, Equo Compenso, Politiche Attive.
Rimandiamo alla lettura integrale del documento per una piena valorizzazione dei contenuti elaborati dalla Confederazione. Buona lettura
Il Presidente
Daniel Zanda